Dopo un fortunato inizio nel cabaret e nella televisione (dove aveva indossato i personaggi del sadico professor Kranz e del sottomesso impiegato Fracchia, ottenendo subito una grande popolarità), Villaggio entrò nel cinema dalla porta principale. Nel 1970 fu l’alemanno infanticida in Brancaleone alle Crociate di Mario Monicelli; poi lo si vide a fianco di Vittorio Gassman in due film (Senza famiglia, nullatenenti cercano affetto e Che c’entriamo noi con la rivoluzione?) e, nel 1974, in Non toccare la donna bianca di Marco Ferreri. Fu semmai dopo il primo Fantozzi, diretto da Luciano Salce quando l’omonimo libro di Villaggio diventò un best-seller, che l’attore si convertì decisamente al cinema nazional-popolare, capitalizzando un successo destinato a crescere nei decenni seguenti. La carriera comica di Villaggio fu punteggiata di film d’autore. Dal più grande di tutti, Federico Fellini, che nel 1989 lo diresse comprimario di Roberto Benigni nella Voce della luna, all’Ermanno Olmi del Segreto del Bosco Vecchio (1993), fino a Cari fottutissimi amici (1994), di nuovo con Monicelli.
Se i registi maggiori seppero valorizzare i tratti più amari e malinconici della sua grande “maschera” di perdente, non per questo Villaggio tradì il personaggio che gli aveva dato la fama (e che quei tratti, in fondo, conteneva già), continuando a portare sullo schermo le epiche sventure di Fantozzi. Ebbero meno fortuna, invece, altre varianti del suo repertorio comico, quali Professor Kranz tedesco di Germania (con Salce) e un paio di Fracchia diretti da Neri Parenti.
Ecco nei seguenti video le frasi che hanno contribuito a rendere immortale Paolo Villaggio e il suo Fantozzi e alcuni degli spezzoni più divertenti